Claudia Rondolini racconta Le metamorfosi di Publio Ovidio Nasone

CLASSICI PER UN ANNO

Claudia Rondolini racconta Le metamorfosi di Publio Ovidio Nasone

Ovidio, poeta sulmonese, vissuto ai tempi di Augusto, ma non augusteo, al punto da essere relegato dal princeps nella sperduta Tomi sul Mar Nero, è autore di Metamorfosi, “poema mondo” in quindici libri, dagli “indistinti confini”, secondo una felice definizione di Italo Calvino, opera cosmogonica sulle orme di Esiodo ma anche didascalica, laddove, riallacciandosi al poema filosofico lucreziano, assume, come giustificazione al perenne mutamento dei corpi, la teoria della metempsicosi pitagorica. A differenza degli illustri predecessori del genere epico, in modo particolare Omero e Virgilio, Ovidio non si concentra su un unico eroe, ma moltiplica i personaggi in un ciclo continuo – perpetuum – di trasformazioni, attraverso una narrazione strutturata “a incastro” o “a cornice”. Se non esiste una personalità eroica unificante o un centro narrativo, il filo rosso del poema è, a detta di Charles Segal, “proprio la metamorfosi: non l’essere ma il divenire, non l’essenza ma l’esistenza, non l’eternità ma il cambiamento, non il messaggio ma il medium”. Autore amato e imitato in molte epoche, dal Medioevo che assume Metamorfosi come “enciclopedia” del mito classico al Rinascimento dove il poema ariostesco, con la sua struttura labirintica, richiama la fuga compositiva del modello ovidiano. La letteratura barocca assorbe da Ovidio la lezione della molteplicità e il gusto della accumulazione, mentre il Novecento recupera la vicenda biografica del poeta, rendendolo protagonista di romanzi incentrati sul tema dell’esilio. Nel rapporto tra artista e opera si coglie uno degli aspetti più affascinanti del poema, dove personaggi demiurghi sono possessori e posseduti dalla loro arte, in un processo di moltiplicazione e rifrazione, come Ovidio stesso ci suggerisce in un noto verso: ars adeo latet arte sua (X, 252: “tanta è l’arte che nell’arte si cela”)”. Nessuno meglio di Ovidio ha interpretato un mondo in mutamento, riuscendo forse a cogliere e implicitamente a denunciare la trasformazione politica da res publica a principatus del più astuto e camaleontico rappresentante della gens Iulia, Ottaviano Augusto.

Leggono Olimpia Bassi, Francesca Di Modugno, Roberto Minuz, Sara Santori.

Si avvisa il gentile pubblico che per la visita guidata ai Musei Civici di Palazzo Ciacchi con Elena Bacchielli è necessaria la prenotazione c/o:

segreteria Università dell’Età Libera, da lunedì 17 aprile a giovedì 27 aprile, dal lunedì al venerdì, dalle ore 16 alle ore 19

tel.: 0721 416704; email: info@uniliberapesaro.it ore 17-17.25 I gruppo (max 25 persone) ore 17.30-17.55 II gruppo (max 25 persone)

La rassegna, curata da Enrico Capodaglio e Lucia Ferrati, è organizzata da Università dell’Età Libera e Comune di Pesaro (Presidenza del Consiglio e Assessorati alla Bellezza e alla Crescita), in collaborazione con Amici della Prosa APS e Voci dei Libri APS, Prefettura di Pesaro e Urbino, Ente Olivieri, Fondazione Rossini, Fondazione Pescheria, Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, Confindustria di Pesaro e Urbino, Istituto d’Istruzione Superiore “A. Cecchi”, Coop Villa Fastiggi e Famiglia Castelbarco Albani, con il sostegno di Riviera Banca.

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